Le inquietanti creature di Bird Box, che inducono le persone a suicidarsi.
Cosa sono e dove hanno origine?

I Puck sono folletti dispettosi del folklore celtico, a metà strada fra una creatura spettrale e un personaggio fiabesco.
Credenze affini erano diffuse anche nella cultura norrena, dove simili spiritelli venivano chiamati Puki. Il termine deriva dall’Inglese antico Púca che indicava, appunto, uno spirito dei boschi, dall’aspetto mutevole e ingannatore.
Secondo la leggenda, fa parte del piccolo popolo fatato ed è un abile mutaforma, capace di assumere una varietà di fattezze terrificanti o piacevoli.
Può mostrarsi sotto forma di un cavallo nero con il pelo molto lucido, la criniera fluente e gli occhi dorati e luminescenti. Può acquisire una forma umana, che include tuttavia anche caratteristiche animali, tipo orecchie/coda.
Oppure può apparire come un coniglio, una capra, un gatto o un cane, un goblin.
Indipendentemente da quale sia la forma che assume, la sua pelliccia e il suo aspetto sono quasi sempre di colore scuro.
È considerato portatore sia di buona che di cattiva sorte, può aiutare oppure ostacolare le comunità rurali e marine.
Di temperamento allegro, si diverte con i viandanti (li aiuta o fa loro sbagliare strada), ruba il latte dai mastelli nelle fattorie, fa dispetti alle giovani donne. Si ritiene porti fortuna a chi si rivolge a lui amorevolmente. Ma può anche inventare scherzi terribili, come attirare le persone nel profondo delle foreste di notte, con luci e suoni incantatori (similmente alle celtiche Dame Bianche), oppure far cadere gli incauti viaggiatori nell’acqua, o nei dirupi.
Il thriller post-apocalittico di Netflix, Bird Box, diretto da Susanne Bier e basato sul romanzo di Josh Malerman, è uno dei fenomeni cinematografici di maggior successo negli ultimi tempi.
Il fatto di aver saputo incuriosire un pubblico così vasto è dovuto anche alla sua enigmaticità. La natura misteriosa del racconto, infatti, non ci offre nessuna risposta chiara su quali siano le cause dell’epidemia, che spinge la gente a suicidarsi in massa, e che obbligherà la protagonista Malorie (Sandra Bullock) a dover fuggire, per sopravvivere e portare al sicuro i suoi bambini, intraprendendo un rischioso viaggio lungo un fiume pieno di pericoli, con gli occhi bendati.
Tutto ciò che sappiamo, appunto, è che basta guardare fuori dalla finestra, per caderne vittima. Chiunque veda, infatti, prova un irrefrenabile impulso che lo conduce al suicidio.
Ci sono varie possibili interpretazioni, che potrebbero spiegare l’intera vicenda:
Guerra biologica
La prima teoria (che potrebbe venire in mente a chiunque in modo spontaneo e risultare credibile per la maggioranza) è che non si tratti in assoluto di creature sovrannaturali, ma ci sia una spiegazione logica che riguarda gli eventi. Questa tesi è sostenuta anche da uno dei personaggi più emblematici del film, Douglas (interpretato magistralmente da John Malkovich), cinico e allo stesso tempo fragile, parla apertamente di guerra biologica. Un’ipotesi molto plausibile, quindi, che attribuisce le reazioni fuori controllo delle numerose vittime ad allucinazioni provocate da qualche arma chimica, o da una neurotossina. Questa ipotesi nasce dal fatto che il primo paese dove scoppia questa terribile epidemia è la Russia e che quindi sia stato sferrato un attacco agli Stati Uniti, con le stesse modalità.
Isteria collettiva
Un’altra ipotesi verosimile secondo un’interpretazione razionale, è che quello che sta succedendo nel mondo sia un caso di isteria di massa. In effetti l’isteria collettiva ha inizio, generalmente, quando un soggetto si ammala e delle persone intorno a lui, a causa di una forte auto suggestione, iniziano a manifestare gli stessi sintomi.
Cavalieri dell'apocalisse
L’ipotesi più probabile, secondo molti, a livello di fiction, è che ci siano dei demoni, giunti sulla terra per giudicare gli uomini. Entità che causano la morte delle persone che le guardano, perché in grado di incarnare le nostre peggiori paure, o la nostra tristezza più profonda. Questa ipotesi è sostenuta da un altro dei personaggi, Charlie (Lil Rel Howery), che ad un certo punto del film, fa accenno ad alcune creature spirituali di cui si possono trovare riferimenti nelle religioni, o nella mitologia.
Conosciamole un po' più nel dettaglio:
Pùca
Aka Manah

Aka Manah (anche detto Akoman/Akuman) è un demone dello zoroastrismo. Uno dei Daeva al servizio di Ahriman (Angra Mainyu), divinità contrapposta al dio principale Ahura Mazda.
Il termine Daeva, in lingua avestana (l’Avesta è il libro sacro dello Zoroastrismo), significa spirito e veniva usato per descrivere demoni portatori di caos e disordine, nella mitologia persiana e, per l’appunto, nella religione zoroastriana.
Aka Manah è considerato il demone delle intenzioni malvagie e del cattivo pensiero, personificazione dello stato dell'essere che previene un individuo dal compiere i suoi doveri morali e servire il dio unico.
In un'ottica di non-sottomissione alla divinità e affermazione personale, ne consegue che egli assuma una connotazione positiva. Rappresenta il Daeva dell’Illuminazione e del pensiero intelligente, evocato per aumentare i poteri psichici, sviluppare la volontà e il corpo di luce.
Surgat

Il demone Surgat, detto l’Astuto, trova qualsiasi scappatoia, scusa o alibi per salvare dal peggio coloro che navigano in acque infide. Egli ha in grande simpatia gli individui che vivono di espedienti, insomma tutti quei personaggi che vivono alla giornata e si affidano all'arte dell’arrangiarsi.
Inoltre inventa ingegnose e credibilissime bugie per gli adulteri.
Viene citato nel Grimorium Verum e nel Grimorio di papa Onorio, nei quali è descritto con una frase: "Surgat è colui che apre tutte le serrature". Per via di questa sua natura, che rende praticamente impossibile fuggire o nascondersi da lui, è estremamente temuto dalle tradizioni del Sentiero della Mano Destra.
È considerato un valido alleato, invece, da coloro che lo invocano in cerca del suo aiuto, per eliminare gli ostacoli.
Huli Jing


Gli spiriti delle volpi sono una figura della mitologia cinese. Nella maggior parte dei casi, sono spiriti femminili e usano mostrarsi come giovani e belle fanciulle. Sono presenti anche nelle tradizioni coreane (Kumiho) e giapponesi (Kitsune), possono essere considerati degli equivalenti delle fate europee.
Nella mitologia cinese si crede che questi esseri siano in grado di assumere sembianze umane, poteri magici e immortalità, a condizione che ricevano sufficiente energia, grazie ad esempio al respiro umano o all'essenza della luna o del sole.
Secondo la religione buddhista: la forma umana per una creatura è il massimo livello di realizzazione, mentre quella animale, tra una reincarnazione e l’altra, diventa una punizione per una vita di malefatte. Ne consegue quindi che la volpe voglia acquisire sembianze umane per evolversi a uno stadio superiore.
Il più delle volte, gli spiriti volpe di cui si trova traccia nelle saghe e nelle leggende sono generalmente femminili, pertanto questa figura mitologica è indicata spesso con il nome di donna volpe.
Nonostante le sembianze di donna, conservano natura o caratteristiche fisiche animali: possono avere una coda, o le zampe, oppure avere abilità non umane e possiedono le stesse qualità (agilità, malizia, appetiti insaziabili, natura sfuggente) che la volpe ha per il folklore orientale.
Questi spiriti, dotati di una forte carica sensuale, possono essere sia di natura buona che malvagia e sono oggetto al tempo stesso di attrazione e repulsione.
Tipicamente erano considerati pericolosi, ma molti racconti hanno un lieto fine con una storia d'amore tra una donna volpe e un giovane umano.